mercoledì 25 gennaio 2017

DANCE ME TO THE END OF LOVE



Gabriel Garcia Marquez dancing ‘the Twist’ with Elena Garro. Even if I'd like to think they were dancing on a Leonard Cohen song. I know. Don't ask.



martedì 24 gennaio 2017

I - VENEZIA 25

Ho visto Venezia e ho letto le parole di Peggy Guggenheim: semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro. Ne sono convinta, perché non mi capacito della familiarità di quell'angolo di paradiso lontano dal mondo. Non mi capacito nemmeno del fatto che piccioni e gabbiani siano la vera anima di quel posto e se è il caso, ti devi spostare tu, non loro. Ero ancora lì e volevo ritornarci, dico solo questo.
Stendhal mi ha tenuto soddisfatto e deciso la mano, davanti al Martirio di San Lorenzo di Tiziano. Quando ho sentito il tempo sparire intorno a me e il respiro accorciarsi lentamente.
A casa ho portato una medaglietta con la facciata di San Marco, due orecchini blu, un libro su Bellini e la promessa a Venezia che tutto sarebbe andato bene.

Ho deciso, qualche giorno fa, di non trascinarmi più nella vita. Ho deciso finalmente di trovare, a ventiquattro anni - quasi venticinque, uno o più scopi per i quali lottare con i denti. Innanzitutto contro me stessa. Questo significa non arrendersi, né darla vinta ai dubbi e alla paura, perché ciò che c'è in gioco è troppo grande per essere sottovalutato. Ho deciso che voglio una vita di soddisfazioni, realizzazioni, pochi o zero rimpianti. Non significa che sarà tutto rose e fiori, lo so fin troppo: io non voglio semplicemente più trascinarmi verso l'indefinito e aspettare che sia la vita a sistemarmi e non il contrario.
Tutto ciò che mi serve è visualizzare tutto ciò che voglio e poi mettermi in viaggio per raggiungerlo.
Perché devo capire fino in fondo che non sono di meno rispetto agli altri, se voglio ci riesco anch'io: è tutto lì che mi aspetta ed è tutto possibile. Realizzarlo, anche a quasi venticinque anni, è tutto ciò che conta.


SHERLOCK BBC / THE FINAL PROBLEM

Ho guardato l'episodio una settimana fa e al di là del cuore impazzito, della malinconia di una possibile fine e della tristezza nel leggere polemiche su polemiche sterili, ciò che mi ha lasciato quest'ultima puntata (e l'intera stagione) è stata una canzone in testa e un'urgente voglia di scrivere. Così ho fatto e sono nate quattro pagine dal nulla. Scriverò ancora perché mi ha lasciato dentro così tanto, questa serie.
E' tutto ciò che dirò sulla puntata. 

lunedì 9 gennaio 2017

SHERLOCK BBC / THE LYING DETECTIVE

↳Questo post potrebbe contenere SPOILERS.



Voi non avete idea del sollievo che ho provato quando verso la fine della sigla è apparso Written by Steven Moffat. Ho pensato "cazzo sì, zio Steven, ora si ragiona"; "ora quel genio sadico sistema tutto (dove per 'sistema tutto' si intende anche 'stravolge tutto, ma almeno ha un senso')". E infatti, come tante altre volte, così ha fatto. Avevo così bisogno dell'atmosfera intima e misteriosa, la firma di questo telefilm, che mi era mancata tantissimo nel primo episodio. Perché ancora una volta capisco quanto questo telefilm faccia parte di me e ancora una volta sono stata orgogliosa di vedere una recitazione superba, una scrittura dell'episodio straordinaria; il dipanarsi, finalmente, di scenari nuovi che hanno un senso. La redenzione di John Watson, che mi era sembrato pressappoco un cretino nella 4x01, avviene nel dolore di un uomo che prende forma in tutta la sua ingombrante tristezza: it's sad and it's beautiful, come insegna il Dottore. Non Watson, l'altro.
Ho guardato l'episodio stanotte, appena Netflix (TI AMO) l'ha caricato e quando è finito, il batticuore non ha smesso e ho dovuto penare un po' per addormentarmi. Forse è stato il momento più adatto, guardarlo di notte sotto le coperte; rendermi conto che c'è una scena che mi porterò sempre nel cuore, perché mi ha ricordato una storia che scrissi, anni fa. Una delle più importanti, nella mia vita. Questo episodio è diventato il mio preferito, forse scalciando leggermente A Scandal In Belgravia, ma ha veramente tutto quello che io considero perfetto per un episodio. Ha perdizione, incomprensione, orrore, mistero, dolore e sopra tutte le cose: l'amor che move il sole e l'altre stelle. Se poi Sherlock Holmes ammette che anche lui è un essere umano, io sono apposto così per i prossimi decenni, grazie.
Grazie infinitamente, zio Steven, per non avermi delusa.  Come sempre. 🙏

martedì 3 gennaio 2017

QUEEN REGENT


Pietro Annigoni, Queen Regent, 1955. 
Tempera, oil and ink on paper. Fishmongers' Hall, London.


lunedì 2 gennaio 2017

SHERLOCK BBC / THE SIX THATCHERS

Questo post potrebbe contenere SPOILERS (ed eventuale turpiloquio - scusate) quindi non leggete oltre, se non avete ancora visto la puntata e non volete rovinarvi tutto. 
Inserisco questo frame per il semplice motivo che quando ha alzato gli occhi mi è venuto un mezzo infarto.
 Di nuovo.

Ogni tanto il 2 Gennaio, ormai da anni e anni, può significare principalmente una cosa: che Sherlock Holmes si è degnato a ritornare ed è grande festa alla corte di Baker Street.
Seriamente, questo telefilm nel corso degli anni è riuscito ad assumere l'importanza che per me ha il Piccolo Principe: io sono la volpe.
No, non sto dicendo puttanate, se non avete già chiuso la pagina mandandomi a quel paese, ve lo spiego. Giusto perché la prevedo lunga, qua.
La volpe contava le ore che l'avrebbero separata dal Piccolo Principe e quelle stesse ore di attesa si trasformavano in felicità. Una felicità mista a malinconia, perché l'ora sarebbe arrivata e anche il loro incontro, poi, sarebbe finito. L'avete letto tutti il Piccolo Principe, dai, capite perché dico che io, da anni, mi sono trasformata in una volpe. Ed è una situazione abbastanza estendibile a tutto il resto del fandom, poveri noi, come ci siamo ridotti. Come CI hanno ridotti i MoffTiss della nostra sventura: geni sadici e calcolatori che si sono fatti due conti e, scommetto, nemmeno loro sanno come, sono riusciti a tirare su un impero di cuori spezzati e vite rovinate ma eternamente grate.

Senza farla lunga: ho conosciuto Sherlock Holmes e questo telefilm all'inizio del lontano 2012, anno in cui, per la maggior parte di esso, ho vissuto un periodo difficile della mia vita. E mentre attraversavo questo periodo di merda, un giorno, non so come, l'ho conosciuto e aveva la faccia strana di Benedict Cumberbatch. Senza fare alcun torto al signor Doyle del mio cuore, posso serenamente affermare che sono stata introdotta a lui e al suo odiato detective, da questo tizio con la faccia stranissima. Tutto Sherlock Holmes dell'edizione Mammut mi ha tenuto compagnia per lunghissimi mesi che sembravano non passare mai.
Questo breve papello per spiegare il perché sono così affezionata a Sir Arthur Conan Doyle, Sherlock Holmes, Benedict Cumberbatch e ai due dell'Ave Maria, Moffat e Gatiss. Mi hanno tenuto compagnia in un periodo difficile e hanno alleviato e intrattenuto un po' una ragazza ferita e persa, aiutandola inconsapevolmente a riprendersi. Ciò di cui sarò sempre certa è che tutti loro avranno un posto unico e speciale nel mio cuore...
Con questo la smetto, sennò zio Steven continua a guardarmi schifato. 

La 4x01 che mi aspettava fumante su Netflix, stamattina mi ha dato il buongiorno. Non mi sono nemmeno lamentata del fatto che i biscotti fossero finiti, mi sono bevuta il caffè in silenzio e mi sono fiondata davanti al pc. Non ho avuto subito la sensazione tipo "oddio finalmente dove cazzo eri?", almeno per i primi minuti. Certo, lui che racconta la storia dell'Appuntamento in Samarra, con i riflessi e le ombre dell'acqua sul viso è stato un grande inizio e mi è piaciuto molto. Divertente anche la scena dell'insabbiamento dell'omicidio di Magnussen o il battesimo di baby Rosamund,
Tuttavia è quando Greg (Giles, ha), va a presentargli il caso del figlio dei Welsborough, che ho pensato "sei tornato, you son of a-" e da lì in poi tutto abbastanza bene.
Bellissime e tristi le scene tra Amanda e Martin, alla luce della loro fresca separazione mentre giravano l'episodio. Ammetto di aver più volte esclamato "perché cazzo vi siete lasciati, bastardi" ad alta voce, ma invano. Vabbé.
Ma c'è stato qualcosa che, nel complesso, ha un po' stonato: non mi è piaciuto ciò che hanno fatto di John Watson. Soprattutto perché non hanno mostrato a sufficienza le """cause""" che l'hanno portato a tradire Mary, così a caso, come se niente fosse. C'era un passato ingombrante tra di loro, fatto di segreti e bugie, certo, ma perché far cadere così in basso un personaggio che aveva accettato tutto e si era imposto di guardare avanti: "i problemi del tuo futuro sono un mio privilegio", aveva detto. Mi state dicendo che John Watson è un bugiardo? Non lo accetto.
E' stato un crollo dovuto alla paternità? Minchia, s'è stancato subito allora. Non ha senso, è stato uno stravolgimento che ha dell'assurdo, a mio parere. Vero è che Gatiss ha avuto a disposizione una puntata sola, per fare tutto questo. E ci è riuscito, eccome se ci è riuscito...ma tranne per quanto riguarda John, mi dispiace. Ottimo espediente per lavorare sul suo senso di colpa nelle prossime puntate, ma comunque incomprensibile per me. Temevo la morte di Mary e l'aspettavo ormai da un po' (indimenticabile la tachicardia di 1h25 minuti alla visione della 3x02 perché temevo che l'ammazzassero così presto), ma conoscevo la storia letteraria canon e non e sapevo che sarebbe finita così. Anzi, almeno non l'hanno fatta morire di parto e baby Rosamund is still with us. Certo che m'hanno fatto piangere comunque, in quell'ultima scena, nonostante tutto.  Avevo già avuto il presentimento di una stagione più cupa e dolorosa già dal trailer e dagli stessi poster promozionali e questa era una cosa che mi faceva un po' paura. E infatti. 
Spero solo di non piangere troppo, ve prego zii Steven e Mark 🙏🙏🙏🙏