Ho visto Venezia e ho letto le parole di Peggy Guggenheim: semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro. Ne sono convinta, perché non mi capacito della familiarità di quell'angolo di paradiso lontano dal mondo. Non mi capacito nemmeno del fatto che piccioni e gabbiani siano la vera anima di quel posto e se è il caso, ti devi spostare tu, non loro. Ero ancora lì e volevo ritornarci, dico solo questo.
Stendhal mi ha tenuto soddisfatto e deciso la mano, davanti al Martirio di San Lorenzo di Tiziano. Quando ho sentito il tempo sparire intorno a me e il respiro accorciarsi lentamente.
A casa ho portato una medaglietta con la facciata di San Marco, due orecchini blu, un libro su Bellini e la promessa a Venezia che tutto sarebbe andato bene.
Ho deciso, qualche giorno fa, di non trascinarmi più nella vita. Ho deciso finalmente di trovare, a ventiquattro anni - quasi venticinque, uno o più scopi per i quali lottare con i denti. Innanzitutto contro me stessa. Questo significa non arrendersi, né darla vinta ai dubbi e alla paura, perché ciò che c'è in gioco è troppo grande per essere sottovalutato. Ho deciso che voglio una vita di soddisfazioni, realizzazioni, pochi o zero rimpianti. Non significa che sarà tutto rose e fiori, lo so fin troppo: io non voglio semplicemente più trascinarmi verso l'indefinito e aspettare che sia la vita a sistemarmi e non il contrario.
Tutto ciò che mi serve è visualizzare tutto ciò che voglio e poi mettermi in viaggio per raggiungerlo.
Perché devo capire fino in fondo che non sono di meno rispetto agli altri, se voglio ci riesco anch'io: è tutto lì che mi aspetta ed è tutto possibile. Realizzarlo, anche a quasi venticinque anni, è tutto ciò che conta.
martedì 24 gennaio 2017
I - VENEZIA 25
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento