sabato 29 luglio 2017

III - MAI SOLA


Ho una stanza piena di libri, che mi fanno sentire al sicuro: niente mi fa sentire al sicuro quanto il circondarmi di libri, di parole.
C'è così tanto da immaginare, quando alzo gli occhi e mi fermo a fissarli senza un'apparente ragione.
Penso ai libri che ho comprato e che non sono riuscita ancora a leggere, penso al momento in cui loro mi troveranno di nuovo. Ad un certo punto nel mio futuro, ci sarà quel momento che mi farà allungare la mano verso quel libro non ancora iniziato. Penso al modo in cui mi cambierà la vita.
Ci sono stati libri che ho letto quando ero una ragazzina e che non ho compreso né apprezzato, per le più svariate ragioni. Quegli stessi libri, riletti in tempi recenti, sono diventati i miei preferiti. I loro autori, gli autori della mia vita.
Alzo gli occhi, senza una ragione apparente e mi si riempie il cuore di chissà quante possibilità di essere nuovamente salvata. Ho una stanza piena di libri e non sono mai sola.

martedì 25 luglio 2017

II

I Cigarettes After Sex sono stati una scoperta sublime di questa prima metà del 2017. Al momento sto ascoltando Apocalypse, una canzone che mi ricorda tantissimo le ambientazioni di Mr. Robot. Giuro. Più l'ascolto, più mi vedo davanti Elliot Alderson impegnato in una scena super slow motion mentre tira a sé Angela e la bacia e-- sto divagando. Può semplicemente essere che mi manca un botto Mr. Robot e ogni giorno sempre di più non vedo l'ora di avere la terza stagione davanti agli occhi.
Ad ogni modo, non volevo parlare proprio di Mr. Robot. O dei Cigarettes After Sex.
Volevo parlare del fatto che oggi, dopo tanto tempo, ho ripreso l'agenda dove dall'inizio di quest'anno fino al 12 Aprile, ho registrato i miei giorni. Un piccolo esperimento che potesse sostituire quello dell'anno scorso: filmare un secondo al giorno, alla totale insaputa di tutti. Nessuno ha mai visto tutto il mio 2016 montato in un video da qualche parte nelle mie cartelle. Non so quale occasione io stia aspettando per mostrarlo ai miei amici, visto che sono stati una parte enorme dello scorso anno.
Ad ogni modo: il mistero dell'agenda che si ferma al 12 Aprile.
Ho passato questa prima metà dell'anno in una condizione di forte stress emotivo e fisico. Una serenità che sembrava sparire dalla faccia del mio mondo. Non ripercorrerò le difficoltà fisiche e morali che ho dovuto vivere e superare. La mia agenda si ferma al 12 Aprile, quando ho deciso di lasciarmi andare e non sentire più l'incombenza urgente di registrare tutto. Gli ultimi tempi mi avevano veramente aperta in due dallo stress (continuo a usare la parola 'stress' per evitare di menzionare i pianti di ogni lungo interminabile giorno e il desiderio che il sole non si levasse più, ogni mattina...) e quando sono riuscita a ritrovare uno spiraglio di sanità mentale, mi ci sono aggrappata fortemente, e ho lasciato andare tutto il resto. Tutte le urgenze, tutte le incombenze, tutta la fretta dietro. Così solamente, ho potuto riprendere in mano la mia vita e rimetterla piano piano in carreggiata.
Adesso posso dire di essere sopravvissuta a quasi sei mesi di puro delirio psicologico, grazie al cielo.

Lasceremo di nuovo casa, tra qualche giorno. Ci stiamo rimaste per due anni e alla fine mi ci sono affezionata, nonostante pensavo non potesse mai battere l'amore della prima indimenticabile casa insieme. Non l'ha battuto, ma ci è andata molto vicina. Quanto abbiamo riso, bevuto, parlato, condiviso, anche in questa casa. I traslochi mi sfiancano sempre. Anche se stavolta ero più preparata all'impatto emotivo, essendoci già passata, non sono riuscita comunque a reprimere quel piccolo groppo in gola mentre riponevo i miei soprammobili nelle scatole.
Le nostre strade hanno iniziato a dividersi, ma non mi fa male scriverlo. So che siamo passate in mezzo al fuoco insieme e siamo sopravvissute insieme. So che ci saremo sempre l'una per l'altra, non importa dove o come, vicine o lontane. Le mie ragazze saranno sempre la mia casa, in qualunque posto. E io sarò sempre la loro.

martedì 11 luglio 2017

DOCTOR WHO / S10


i miei salsicciotti


La decima stagione di Doctor Who è terminata e, nel momento in cui scrivo, Capaldi ha già finito di girare le ultime scene dello Special di Natale. Le sue ultime scene. Io la prendo sempre comprensibilmente male, quando iniziano a circolare quei tweet come "è la fine di un'era". Seriamente, non lo devono fare mai. L'ho vissuta con Matt, questa cosa, e l'ho vissuta malissimo. Il suo Dottore era e rimane il mio preferito, ricordo ancora il tweet del regista del suo ultimo episodio "buonanotte da me e da lui". Avrei spaccato qualcosa per non sentire quella triste sensazione vaga in petto. Seriamente.
Peter Capaldi è stato protagonista di alcune delle storie più belle di sempre e interprete sublime. E' lui il Dottore adesso e non riesco a pensare ad un altro, al posto suo. Quest'uomo che ha aspettato una vita per interpretare questo ruolo, l'ultimo dei veri fanboys insieme a Steven Moffat e a pochi altri.
Non ho neppure avuto la voglia di mettermi a fare ipotesi su chi possa essere il prossimo attore ad assumere il ruolo. Si vede che reagisco bene ai cambiamenti? 
Comunque sia, anche ieri appena ho letto "è la fine di un'era" gli occhi erano già partiti in quarta. Piango per le più piccole cose e non so cosa farci. Forse va bene così. Ma questo telefilm, questo personaggio, gli attori che lo hanno interpretato, gli scrittori che gli hanno dato forma...sono diventati una parte importantissima della mia vita. La parte che riservo ai sogni di una bambina che non è scomparsa mai davvero.
Non volevo fare un post strappalacrime, non ora almeno. Per quello, aspetto dopo aver visto il finale. O almeno quando mi sarò ripresa psicologicamente. 
In questo post volevo parlare della decima stagione e soprattutto di Bill Potts e della bravissima, bravissima Pearl Mackie. Un primo episodio così bello, dall'aria così classica ma allo stesso tempo nuova, non me l'aspettavo. Non pensavo certo mi deludesse, ma fino alla colonna sonora appena accennata, tutto l'episodio l'ho trovato bellissimo. Di questa stagione è quello che più ho adorato: il modo in cui è stata introdotta Bill, questa ragazza dagli occhi pieni di curiosità e un sorriso enorme, aperto a tutto. Bill che è piena di domande, Bill che vuole imparare. Tenace, intelligente, forte e bellissima Bill Potts. Uno dei personaggi più belli nati dalla mente di Steven Moffat (parlerò, un giorno, dei personaggi nati dalla penna di quest'uomo). 
L'ultima puntata di questa stagione invece è stata, a tratti, dolorosa da guardare.
Il Dottore che supplica Missy, lei che uccide la parte vendicativa e malvagia di se stessa e muore nell'atto di tornare indietro da lui, senza che lui lo sappia. Morire da soli. Il cielo senza stelle. Il pianto di Bill. Il Dottore che non si vuole più rigenerare, solo morire. Lontano ormai alla deriva, stanco, addolorato...solo morire. E' stato difficile, guardare tutto questo.
E quando alla fine è apparso il primo Dottore...mi sono rassegnata al fatto che sarà uno Special ancora più doloroso da guardare. 
Colmerò questi mesi senza il Dottore, a scrivere di lui. Sono sicura approverebbe. 
E' tutto, per adesso.