venerdì 13 settembre 2019

TRA IL TUTTO E IL NIENTE

Ho avuto la fortuna (e insieme la sfortuna) di non dover lavorare mentre studiavo all'università. Non perché i miei siano persone che navigano nell'oro colato dal cielo - decisamente no - ma perché sono persone che hanno lavorato e sgobbato per darmi un'istruzione di tasca loro. Su questo non c'è mai stato modo di smuovere entrambi, anche perché chiaramente io non ce l'avrei comunque fatta, psicologicamente e fisicamente a terra com'ero a causa di non so più quanti esami tra triennale e magistrale.
E quindi ho avuto la fortuna, dicevo, ma anche una particolare sfortuna, adesso che ho finito l'università e dovrò cercare un lavoro, di dover fronteggiare:

a- il non sapermi per niente muovere nell'incertezza di un sostanziale numero di CV inviati e potenzialmente dispersi nell'etere: chissà se mi chiameranno; se mi chiamano in due come faccio a decidere su due piedi; chissà se noteranno l'assenza di esperienze professionali e mi giudicheranno boh un'incapace...
b- la paura e il senso di colpa di non trovare subito un lavoro all'altezza degli studi che hanno spaccato le schiene dei miei genitori, prima della mia. Da qui deriva l'intrinseco terrore di deluderli con scelte lavorative che potrebbero non "approvare" anche se nel loro accontentarsi, io ci leggerei sempre e comunque una scia di delusione.
c- l'incertezza, di nuovo, di non sapere con precisione quali strade prenderò nella mia vita, se cambierò idea, se mi accontenterò, se potrò mai mettere in pratica quello per cui ho studiato, se avrò mai successo, se un giorno dirò di essere finalmente soddisfatta della mia vita.
d- la degradante sensazione di non riuscire ad accontentarsi.

Avere il privilegio di pensare solo allo studio per molti anni mi ha dato modo di programmare in modo più o meno preciso la direzione della mia vita. Adesso che non avrò più esami da preparare, sostenere e superare, mi trovo ferma tra il tutto e il niente con tanti obbiettivi sparsi e nessuna convinzione di riuscire a raggiungerli. Non so come si fa con la vita vera e propria in un momento in cui mi dovrò gradualmente e dolorosamente staccare completamente dai miei.
L'incertezza è la mia personale sfortuna e potenzialmente il mio più grande nemico, d'ora in poi.



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