Ho passato la serata a riguardarlo, stasera, perché volevo segnarmi le sue parole sulla Storia dell'Arte perché essere storici dell'Arte, secondo la mia opinione, significa non smettere di studiare mai. Significa imparare da più punti di vista, da più contesti, da più esperienze. E da una persona come lei posso farlo, su vari fronti.
Le riporto per averle sempre a disposizione, perché vi è la storia della sua vita e anche della mia.
-"Lo scopo di un artista è quello di 'sentire'. Se Vincent Van Gogh avesse preso dei farmaci, ora non avremmo i girasoli."
-"[...] di farmaci ne ha usati. E tanti. Si medicava da solo, beveva e perfino ingeriva le tempere. Ma sai cos'altro faceva? Non dipingeva solo girasoli, ma anche ritratti di psichiatri. E non psichiatri a caso, ma quelli che lo curavano. E lo medicavano. C'è un ritratto di uno psichiatra in particolare in cui lui tiene in mano un fiore e non è un girasole. E' una digitale. E quella digitale faceva parte di una terapia che Van Gogh assumeva contro l'epilessia. E l'estratto del gran cazzo di digitale usato per scopi medici... e sai cosa succede se prendi dosi troppo alte di estratto di digiale? Ti fa vedere giallo dappertutto. Quindi magari abbiamo i girasoli proprio perché Van Gogh si medicava."
Gli ho chiesto: "cosa pensi veramente? Che la creatività debba per forza voler dire sofferenza? E' questo il prezzo da pagare? Così che tu possa godertela? […]
Prendete Vincent.
La storia che raccontiamo su di lui non va bene perché la riduciamo alla classica storia di successo. "Ha venduto un dipinto in vita sua. Ma guardatelo ora." [...] E la gente crede che Van Gogh sia stato questo genio incompreso. Qualcuno nato prima del suo tempo. Che mucchio di stronzate. Nessuno è nato prima del tempo. E' impossibile! Nessuno può nascere prima del tempo! Non sono gli artisti a inventare lo spirito del tempo, reagiscono solo. Non è nato prima dei tempi. Era un pittore post-impressionista nel picco del post-impressionismo, mentre i trentatré trentini trotterellavano. Non è nato prima del tempo. Non sapeva socializzare. Perché era fuori di testa. Un pazzo instabile. La gente cambiava strada per evitarlo. E' per questo che vendette solo un quadro in vita sua. Non riusciva a socializzare. Questa cosa dell'idealizzare le malattie mentali è ridicola. Non è sinonimo di genio. E' sinonimo di un bel niente. E gli artisti non sono queste figure mitologiche che esistono fuori dal mondo.
No, gli artisti hanno sempre fatto parte del mondo e spesso sono stati attaccati al potere. Sempre.
Dove c'è potere e denaro, c'è sempre l'arte. E questo fin dal Rinascimento.
[…]
Ma è un peccato che la storia dell'arte sia qualcosa di così elitario. Mi ha insegnato molte cose. Inutili a livello economico, ma ho imparato come funziona il mondo. Capisco molto bene come funziona e lo capisco grazie alla storia dell'arte.
[…]
Mi ha anche insegnato che ci sono due tipi di donne. Le vergini e le prostitute.
Una ragazzina ha sempre e solo avuto due opzioni. Diventare una vergine o una prostituta. La scelta era tra queste due.
[...] Se andate a vedere tutte quelle vecchie opere esposte nelle gallerie, sembra che le donne esistano da un po'. Da ancora prima dei vestiti.
[...]
Ma la storia dell'arte mi insegna che, tradizionalmente, le donne non avevano tempo per pensare. Erano troppo occupate a pisolare nude nella foresta.
[...]
L'arte occidentale è fatta di uomini che ritraggono donne come vasi di carne dove piantare i propri gambi.
-
[...]
Pablo Picasso. Lo odio, ma non si può dire. Lo detesto. Ma non puoi. Cubismo. E se rovini il cubismo la nostra civiltà andrà in rovina. Il Cubismo. Non siamo grati, tutti noi... di vivere in un mondo post-cubista? Non è la prima cosa che scriviamo nei nostri diari della gratitudine? Non mi piace Picasso. Lo detesto. E so che dovrei essere più generosa con lui perché soffriva di malattie mentali. Ma nessuno lo sa, perché non si addice al suo mito. Perché ci fanno credere che Picasso fosse questo virile, passionale e geniale scroto di uomo, no? Ma soffriva di malattie mentali, Picasso. E la cosa peggiorò con l'età. La malattia mentale di Picasso era la misoginia.
"La misoginia è una malattia mentale?" Sì. Sì che lo è. Specialmente se sei un maschio eterosessuale. Perché se odiate ciò che desiderate, sapete cosa avete? Un bel po' di tensione!
Dicono che non era un misogino, ma si sbagliano. Se non mi credete, sentite cos'ha detto il nostro caro Picazzo: "ogni volta che lascio una donna, dovrei bruciarla. Distruggi la donna e distruggerai il passato che rappresenta." Bel tipino. Il più grande artista del ventesimo secolo. Rendiamo di nuovo grande l'arte, ragazzi.
Picasso si è scopato una minorenne. E a me basta questo, non mi interessa. "Ma il cubismo? Ci serve."
Marie-Thérèse Walter aveva 17 anni quando l'ha incontrato, minorenne. Giuridicamente parlando. Picasso ne aveva 42 era sposato e all'apice della carriera. Ha importanza? Sì. Sì, ce l'ha. Ce l'ha eccome. Ma come lui dice: "No, è stato perfetto. Eravamo entrambi nel fiore degli anni".
L'ho letto a 17 anni. Ma allora non ero arrabbiata, perché studiavo il cubismo!-
Lasciate che mi spieghi. Il cubismo è importante. Lo è veramente, ha cambiato tutto. Picasso ci ha liberati dalla schiavitù. Dalla schiavitù di dover riprodurre fedelmente una realtà tridimensionale su una superficie bidimensionale. La prospettiva a tre punti, quella che crea l'illusione di un singolo, stabile punto di vista? Picasso disse: "No! Siete liberi! Usate tutte le prospettive insieme! Dall'alto al basso, dentro e fuori, tutte le prospettive contemporaneamente!" Grazie, Picasso. Che uomo. Che eroe. Grazie. Ma tra quelle prospettive, ce n'era una femminile? No? Allora non me ne frega un cazzo.
Continuano a dirmi di separare l'uomo dalla sua arte, di differenziare una cosa dall'altra, perché è l'arte che conta, non l'artista. Quindi bisogna imparare a separarli. Beh, va bene, ok. Facciamo una prova. Perché non togliamo il nome Picasso e vediamo quanto valgono i suoi scarabocchi? Nessuno colleziona blocchi di Lego, collezionano Picasso!
[...]
L'errore di Picasso era la sua arroganza. Credeva di poter rappresentare tutti i punti di vista. E il nostro errore è stato quello di invalidare il punto di vista di una ragazzina diciassettenne perché credevamo che il suo potenziale non avrebbe eguagliato il suo. Col senno di poi, tutti i nodi vengono al pettine. Una diciassettenne non sarà mai e poi mai nel fiore degli anni! Mai!
Sapete perché abbiamo i girasoli? Non perché Vincent Van Gogh ha sofferto. E' perché Van Gogh aveva un fratello che gli voleva bene. Nonostante il dolore, aveva qualcosa che lo teneva legato al mondo. Ed è su quello che le nostre storie dovrebbero concentrarsi. I legami.
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