Nomi risolve. Lito convince. Will protegge. Riley cerca. Wolfgang rischia. Capheus spera. Sun combatte. Kala ragiona.
In otto, formano una sola persona otto volte.
Se dovessi mettermi a parlare di empatia, direi innanzitutto che è qualcosa che ho faticato molto a conoscere, comprendere ed accettare. Mi ha lasciata senza fiato, il momento in cui mi sono resa conto di essere una persona empatica. La cosa più difficile da accettare, però, è stato rendermi conto che non tutti lo sono. Quella è stata una strada più lunga da percorrere, un cammino più arduo da compiere. Ad ogni modo, alla fine sono arrivata alla tanto agognata consapevolezza.
L'altro giorno, mentre cercavo di spiegare a un'amica la trama di Sense8, stavo per mettermi a piangere. 1, perché questa seconda stagione è stata una spanna infinitamente più bella, rispetto alla prima (per quanto mi riguarda). 2, perché il concetto sul quale si basano e ruotano le storie dei personaggi, è ciò che mi da speranza. E' ciò che dovrebbe muovere il mondo. Non si può cambiare il mondo, dice ad un certo punto un personaggio, ma si può iniziare a cambiare noi stessi. Ho da sempre improntato la mia vita su questa convinzione e Sense8 me l'ha fatto chiaramente capire, più che mai.
Oggi ho saputo che la terza stagione sarà l'ultima e mi è presa così a male, al pensiero di non rivedere questa versione del mondo fatta di persone migliori dalle intenzioni migliori. Lana Wachowski, ti dovessi mai incontrare, ti ringrazierei milioni e milioni di volte ancora, fino alla fine del mondo.
sabato 13 maggio 2017
SENSE8
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento