sabato 13 maggio 2017

SENSE8




Nomi risolve. Lito convince. Will protegge. Riley cerca. Wolfgang rischia. Capheus spera. Sun combatte. Kala ragiona.
In otto, formano una sola persona otto volte.
Se dovessi mettermi a parlare di empatia, direi innanzitutto che è qualcosa che ho faticato molto a conoscere, comprendere ed accettare. Mi ha lasciata senza fiato, il momento in cui mi sono resa conto di essere una persona empatica. La cosa più difficile da accettare, però, è stato rendermi conto che non tutti lo sono. Quella è stata una strada più lunga da percorrere, un cammino più arduo da compiere. Ad ogni modo, alla fine sono arrivata alla tanto agognata consapevolezza.
L'altro giorno, mentre cercavo di spiegare a un'amica la trama di Sense8, stavo per mettermi a piangere. 1, perché questa seconda stagione è stata una spanna infinitamente più bella, rispetto alla prima (per quanto mi riguarda). 2, perché il concetto sul quale si basano e ruotano le storie dei personaggi, è ciò che mi da speranza. E' ciò che dovrebbe muovere il mondo. Non si può cambiare il mondo, dice ad un certo punto un personaggio, ma si può iniziare a cambiare noi stessi. Ho da sempre improntato la mia vita su questa convinzione e Sense8 me l'ha fatto chiaramente capire, più che mai.
Oggi ho saputo che la terza stagione sarà l'ultima e mi è presa così a male, al pensiero di non rivedere questa versione del mondo fatta di persone migliori dalle intenzioni migliori. Lana Wachowski, ti dovessi mai incontrare, ti ringrazierei milioni e milioni di volte ancora, fino alla fine del mondo.

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