![]() |
Lin-Manuel Miranda (autore della musica e dei testi, oltre che protagonista) dopo la sua ultima interpretazione come Alexander Hamilton. |
C'è di solito una grande solitudine, dietro l'attaccamento quasi ossessivo per un'opera artistica di qualsiasi genere. Questo, almeno, è quello che è sempre successo a me. E' successo spesso, continuerà a succedere e le uniche persone che ne soffriranno saranno coloro che si dovranno subire tutti i miei infiniti discorsi in merito, perché non posso farne a meno.
Il 28 Marzo mi trovavo nel bel mezzo di una crisi generale in cui la sorte aveva sadicamente deciso di inchiodarmi a casa, per chissà quanto tempo. Quando ripenso a questo periodo della mia vita, oggi che la tempesta è cessata, mi rendo conto che è stato qualcosa di relativamente breve e mi rendo conto anche che esistono cose più gravi di quelle che ho dovuto vivere io. Nonostante questo, però, so anche quanto sia stato buio, triste, doloroso e solitario quel periodo che sembrava (lo è stato) un lungo, noioso, interminabile film muto.
Come altre volte è successo, la musica mi ha fatto andare avanti ed è stato ciò che mi ha salvata. Non ho mai saputo in che modo questo succede, ma sono felice di dire che non si tratta di un cliché.
Non sapevo ancora che il 28 Marzo, giorno in cui avrei conosciuto questo musical, sarebbe stato il giorno in cui avrei ripreso la strada verso un'irraggiungibile serenità mentale. Di quel giorno mi sono rimaste tre cose: una foto scattata allo schermo del pc mentre il musical iniziava e il viso bagnato di lacrime, mentre il musical finiva. E una consapevolezza in un verso di canzone: I have never been the same, come dice Angelica dopo la prima volta che incontra Alexander.
Io ho tre sogni, in questo punto preciso della mia vita:
- Scrivere qualcosa che farebbe sentire chi legge, nel modo in cui mi fa sentire questo musical ogni volta che lo guardo/ascolto: qualcosa che assomiglia a un rassicurante, quanto invisibile, caldo abbraccio protettivo del tipo "stai tranquilla ci penso io".
- Scrivere qualcosa che si avvicini solamente un po', alla bellezza senza nome che ha per me questo musical.
- Avere, se non un po' del raro talento di Lin-Manuel Miranda, almeno la sua stessa passione incrollabile per le parole. Almeno la sua stessa meravigliosa dedizione.
Questi tre sono i sogni che, inaspettatamente e senza fare rumore, mi si attaccarono addosso quella notte del 28 Marzo.
Questi sono i sogni di ogni singola volta che ho pianto, piango e piangerò quando partono le note di The World Was Wide Enough e Who lives, Who dies, Who tells your story, le canzoni che chiudono Hamilton e che mi abbracciano in una duratura e speranzosa stretta protettiva del tipo "stai tranquilla, andrà tutto bene".
Sono mesi che cerco le parole giuste per descrivere ciò che è per me Hamilton. Sicuramente a voce so di essermi già espressa in lungo e in largo con poche persone, fino a risultare fastidiosa. Ma se ne avessi la possibilità, il mio regalo più grande per loro sarebbe la gioia che per me è stato conoscere questo musical. Gli direi: se potessi, ti regalerei solo questo tutta la vita.
Se mi chiedeste oggi dove mi piacerebbe vivere, risponderei in questa canzone.