Carissima Ragazza con la treccia,
prima ti sei guardata allo specchio e avevi i capelli sciolti e selvaggi come sempre. La nuova collana che tanto adori spiccava sul tuo petto nudo, con una muta forza tutta sua, che ti è venuto da sorridere. Chissà perché.Hai sorriso al tuo riflesso allo specchio che ti restituiva di rimando un volto stanco dopo una giornata all'università, ma sereno: avresti voluto spaventarti, al solo pensiero di una tale serenità ma eri sola e, ferma davanti allo specchio, senza nessuna apparente ragione, hai iniziato a sussurrare.Ti sei detta che sei passata attraverso il fuoco, a quasi 23 anni, e che nonostante tutto sei viva. SEI VIVA.Ti sei detta che sei forte, persino bella, e che hai superato tanti di quei piccoli, minuscoli traguardi, che ti separavano dal resto del mondo e che ti erano sempre sembrati gigantesche montagne, impossibili da scalare; che ti sono sembrate ore sprecate, quelle in cui cresceva in te la convinzione che non ce l'avresti fatta mai, mai e che le stanze dove camminavi in pena, avanti e indietro, avanti indietro, e che sembravano stringerti su di te per schiacciarti, alla fine non ti hanno uccisa.Pensavi questo, per l'ennesima volta, perché certi pensieri non fanno male (hai imparato anche questo). Certi pensieri bisogna tenerseli dentro e ripeterseli come dei mantra, a qualsiasi ora del giorno e della notte.E anche ritrovarsi a sorridere senza alcun apparente senso, davanti allo specchio, è una delle più alte forme di amore verso se stessi... anche se non l'avresti mai detto, di te stessa, tutte quelle volte che ti facevi una treccia sovrappensiero.
martedì 14 aprile 2015
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